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Restauro degli affreschi e delle tele della Via Crucis del Santuario della Santissima Trinità di Polcenigo.

Il Santuario della Santissima Trinità è un edificio dalle origini molto antiche, la tradizione narra che nel V secolo d.C sia apparsa la Trinità all’Imperatore d’Oriente Teodosio II. L’imperatore comunicò al Papa Sisto III il prodigio e il pontefice gli consiglio di edificare un sacello nel luogo
dell’apparizione.

Diversi studiosi sono convinti che la zona ospitasse culti paleocristiani e forse preromani legati alla presenza delle acque sorgive del Livenza. Sembra che una popolazione preromana  I Celti o i Paleoveneti) avrebbe utilizzato il luogo per cerimonie in favore della fertilità e della fecondità.

Nel ‘500 la chiesa era frequentatissima da devoti pellegrini che vi venivano per cercare grazie legate alla fecondità maschile e femminile; il flusso delle persone era tanto cospicuo quanto disordinato. Per controllare la situazione, nel 1588 furono fatti venire dal convento di San Francesco della Vigna di Venezia alcuni frati francescani col compito di costruire un convento e di gestire la devozione intorno alla Santissima. I francescani, che rimasero fino al 1769 a gestire l’afflusso di devoti, riedificarono tra fine 1500 e inizi 1600 il santuario, che ancor oggi si presenta nelle fattezze tipicamente controriformistiche assunte in quel periodo: ampio portico antistante l’ingresso, che ospitava i devoti durante la notte, portale sormontato dal tipico stemma francescano, aula unica di grandi dimensioni, vasto presbiterio rialzato e cripta sottostante.

Nel 1923, in virtù dei capolavori in essa conservati, la chiesa della Santissima viene dichiarata “Monumento Nazionale”.

Gli interventi di restauro affreschi realizzati

Dal 2019 VitaRestauri si occupa degli interventi di conservazione di alcune delle opere ospitate all’interno della pregevole Chiesa della Santissima Trinità. Dall’affresco della cripta, agli affreschi delle porte laterali, alle 14 tele della via Crucis.

Affresco della cripta

Particolarità di quest’opera è la presenza contemporanea di due opere sovrapposte. Si leggeva infatti una prima opera più antica raffigurante una Croce, forse una deposizione, la quale aveva poi subito la picchettatura necessaria ad alloggiare l’intonaco del nuovo dipinto, di cui purtroppo restava leggibile il basamento su cui poggiava una figura maschile seduta.

La scelta dell’intervento di restauro è stata quella di portare alla luce entrambe le opere attraverso una fase di trattamento biocida e asportazione dei Sali solubili, stuccatura e successiva pulitura delle superfici, creazione delle soluzioni di continuità ed infine il ritocco pittorico.

Per il ritocco pittorico si è scelto il metodo a velatura in tonalità nelle lacune di dimensioni piccole, con tecnica del tratteggio per le aree medio grandi con elementi ripetitivi o costruibili a velatura con tono neutro per le aree grandi non ricostruibili.

Affreschi delle porte laterali

I dipinti murali che fanno da cornice alle due porte laterali della navata riproducono architetture illusionistiche composte da elementi classici di un portale con doppio colonnato con trabeazione e timpano. Sicuramente appartenevano ad una decorazione più ampia, oggi celata da un intonaco sopra livello.

L’intervento di restauro affreschi ha visto la rimozione delle stuccature cementizie eseguite nei precedenti restauri, trattamento del fenomeno di risalita capillare dei sali, rimozione dei depositi superficiali incoerenti e successiva fase di pulitura. La fase di ritocco pittorico come per l’affresco della cripta ha visto diverse metodologie in base alle dimensioni e alla riproducibilità o meno degli elementi decorativi.

Stazioni della Via Crucis

All’interno della pregevole Chiesa della Santissima Trinità si trovano le 14 stazioni della Via Crucis realizzate ad olio su tela di dimensione 41 60 cm, su supporto ligneo fisso. I supporti delle opere hanno visto nel tempo diversi interventi, dalla stesura a pennello di materiale consolidante all’applicazione di toppe e rappezzi fino alla rifoderatura completa. I fenomeni di degrado erano principalmente legati alla pellicola pittorica che mostrava stati di conservazione diversi nelle differenti stazioni.

Dopo la messa in sicurezza si è proceduto con la rimozione della tela dal telaio per una pulitura del verso con la rimozione dei depositi superficiali e la verifica della capacità di tenuta del supporto tessile. La foderatura totale è stata ritenuta in tutti i casi non più idonea alla conservazione delle opere e pertanto rimossa. Le toppe dei precedenti restauri, sono state rimosse e sostituite con inserti in tessuto idoneo per peso e filato, cucito sui bordi con resina. Il medesimo materiale è servito per il ricongiungimento dei piccoli tagli rinvenuti cercando ove possibile l’incollaggio filo-filo.

In base all’esigenza il supporto tessile originale è stato consolidato o nei casi più estremi ha visto l’applicazione di nuova foderatura con idonea tela.

Dato che tutte le tele erano state tagliate a filo della battuta del telaio, per il riposizionamento e tensionamento è stato necessario applicare una foderatura perimetrale, la delicata fase di adesione si è svolta sul tavolo a bassa pressione con supporto di calore puntuale.

Dopo il riposizionamento delle tele su nuovo telaio in accordo con la Soprintendenza, si è proceduto con il restauro. Grazie a tasselli di pulitura su ogni singola tela si è riusciti a definire la migliore metodologia di intervento.

Nel caso più grave della stazione 14, in accordo con la Soprintendenza si è provveduto al ritocco pittorico a neutro con colori stesi con tecnica a tratteggio, rispettando la poca pellicola pittorica originale.